Oggi trattiamo un tema fondamentale per tutte le piccole e medie imprese italiane: finanziare il ciclo delle vendite e degli acquisti.
Nelle grandi aziende, uno dei ruoli chiave è quello del CFO, Chief Financial Officer, ossia il responsabile della funzione finanziaria che sovrintende a tutte le riorganizzazioni e alle strategie aziendali.
Nelle PMI molto spesso la figura del CFO non è presente perché si tratta di un ruolo altamente specializzato e, di conseguenza, con un costo non indifferente. La sua presenza è tuttavia fondamentale pertanto, le aziende che non sono in grado di sostenere il costo di un CFO, possono trovare un’adeguata soluzione nell’identificazione di un direttore finanziario esterno, ossia di un professionista che, pur non facendo parte effettivamente dell’organico aziendale, si prenda carico di tutti i compiti importantissimi svolti dal CFO.
Quali sono le responsabilità di un CFO?
Il Chief Financial Officer si occupa di tutti gli ambiti relativi all’andamento finanziario dell’azienda:
- Redazione e supervisione del bilancio societario e consolidato, di cui garantisce conformità e affidabilità;
- Gestione delle operazioni su capitale proprio;
- Gestione e supervisione della tesoreria e dei finanziamenti;
- Gestione dei rapporti con terzi quali banche, revisori contabili e così via;
- Attività di analisi, pianificazione, bilancio e reportistica;
- Supervisione e organizzazione della comunicazione finanziari e dei rapporti con gli azionisti e gli investitori.
Perché affidarsi a un direttore finanziario esterno?
Il direttore finanziario esterno è la scelta ideale per le aziende che siano prive al loro interno di tale figura per ottenere il supporto ad hoc di un professionista qualificato nei processi decisionali amministrativi e finanziari.
Stiamo parlando di una figura apicale in grado di interpretare correttamente i segnali interni ed esterni all’impresa al fine di guidarla nell’adozione delle soluzioni opportune o, talvolta, necessarie. Il direttore finanziario esterno mette la sua professionalità a disposizione dell’impresa con un impegno commisurato alle dimensioni e alle esigenze della stessa, con un investimento di conseguenza di molto inferiore rispetto a quello che richiederebbe l’assunzione di un manager interno.
L’importanza di un CFO esterno per la gestione e la prevenzione della crisi
Il codice della crisi di impresa e dell’insolvenza stabilisce tra gli altri un principio base: favorire la messa in atto di strumenti volti a prevenire una situazione di crisi aziendale. Ed è qui che un CFO esterno può dare una grossa mano all’impresa.
Grazie alla sua professionalità, infatti, il direttore finanziario esterno è in grado di cogliere per tempo i sintomi che potrebbero sfociare in una crisi irrimediabile e correre tempestivamente ai ripari. Certo, nei casi in cui la crisi fosse già conclamata, non è detto che tutto sia perduto: il CFO esterno procede in questi casi alla composizione dello stato di crisi con la parallela individuazione degli strumenti più adeguati per superare l’impasse mirando alla continuità aziendale.
In altre parole, per prevenire la crisi si attivano dapprima le cosiddette procedure di allerta, consistenti in verifiche puntuali che consentono all’esperto di formulare una diagnosi precoce delle difficoltà in cui l’azienda potrebbe incappare.
Nelle PMI è spesso l’imprenditore a farsi carico della supervisione delle procedure finanziarie. L’imprenditore, tuttavia, non è la figura più adatta ad assolvere a compiti simili perché già impegnato su fronti esterni e interni quali l’attività commerciale, la produzione, lo studio dell’innovazione e così via, attività fondamentali dalle quali non è possibile prescindere.
Il direttore finanziario esterno diventa in questi casi la risorsa fondamentale chiamata presidiare la funzione amministrativa e finanziaria, che porta con sé un ulteriore vantaggio: grazie alla sua visione esterna e “distaccata” dell’azienda, il CFO esterno può rappresentare un elemento di discontinuità, di rottura rispetto a schemi ormai consolidati, che si concretizza con l’apporto di raccomandazioni e suggerimenti e con una verifica ulteriore volta ad accertare che le implementazioni consigliate vengano effettivamente messe in atto.